PUBBLICATO DA

Fondazione Melanoma opera nel settore della ricerca oncologica supportando lo sviluppo di nuovi farmaci, modalità terapeutiche e tecnologie biomediche.

Con l’obesità cervello in tilt, si riduce la capacità di sentire il cibo

Facebook
Twitter
LinkedIn

12 giugno 2023 – L’obesità manda il cervello in tilt rendendolo più incline a scelte alimentari sbagliate: infatti uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism mostra che le risposte cerebrali a specifici nutrienti sono ridotte nelle persone obese e non migliorano nemmeno se si riesce a perdere peso. Condotto all’Università di Amsterdam, lo studio ha coinvolto 60 partecipanti: i risultati suggeriscono che nei soggetti obesi possono verificarsi adattamenti cerebrali di lunga durata, che potrebbero influenzare il comportamento alimentare. L’assunzione di cibo dipende dall’integrazione di complessi segnali metabolici e neuronali tra il cervello e diversi distretti corporei, tra cui l’intestino e il sangue. Questa rete innesca le sensazioni di fame e sazietà, regola l’assunzione di cibo e la motivazione a mangiare. In questo studio i ricercatori olandesi hanno introdotto nutrienti specifici direttamente nello stomaco di 30 partecipanti con un peso corporeo sano e di 30 individui con obesità, misurando contemporaneamente la loro attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica e il rilascio di dopamina mediante scansioni. “Abbiamo scoperto che, rispetto alle persone con un peso corporeo sano, quelle obese rilasciano meno dopamina in un’area del cervello importante per indurre le sensazioni di gratificazione legate all’assunzione di cibo”, afferma Mireille Serlie, autrice principale. L’ obesità si associa anche a ridotta attività cerebrale al momento dell’introduzione dei nutrienti nello stomaco. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che negli obesi è ridotta la capacità di avvertire i nutrienti nello stomaco e nell’intestino e di ricevere appagamento dal cibo e ciò potrebbe avere profonde conseguenze sui comportamenti alimentari. Inoltre, è emerso che perdere il 10% del peso corporeo (in seguito a una dieta di 12 settimane) non è sufficiente a ripristinare queste risposte cerebrali nei soggetti obesi, suggerendo che nel contesto dell’obesità si verificano adattamenti cerebrali di lunga durata che permangono anche dopo il raggiungimento della perdita di peso. “Il fatto che queste risposte cerebrali non vengano ripristinate dopo la perdita di peso può spiegare perché la maggior parte delle persone riprende peso dopo in primo dimagrimento”, conclude Serlie.

Articoli correlati

Richiesta Inoltrata con Successo

La tua richiesta è stata inoltrata correttamente. Controlla la tua mail per rimanere aggiornato.